Pinacoteca "Fortunato Duranti" - Montefortino FM

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FORTUNATO DURANTI



Nato nel 1787 a Montefortino, piccolo borgo ai piedi dei sibillini, Fortunato Duranti dimostrò sin da piccolo spiccate doti artistiche. Ancora fanciullo venne avviato dal padre ai rudimenti della pittura grazie ad un soggiorno nel monastero delle Grotte di Massaccio, vicino Jesi. Esperienza questa, resa possibile grazie all'interessamento di uno zio, maggiordomo della potente famiglia Onorati che gli aprì le porte del Palazzo e della ricchissima Biblioteca di famiglia. Durante il soggiorno jesino, ebbe modo di ammirare gli affreschi di Felice Giani, presso il teatro cittadino, e la galleria di Palazzo Pianetti decorata dal Giaquinto e dalla sua bottega. Stanziatosi a Roma fin dai primi anni del XIX secolo, Fortunato Duranti conobbe personalmente il pittore piemontese, allora impegnato negli affreschi del Quirinale, ed instaurò con lui uno stretto rapporto. Il soggiorno romano fu per l'artista un momento di fondamentale formazione avvenuta, inizialmente, presso la scuola dell'Abate Domenico Conti dove apprese l'arte della pittura, della plastica e la tecnica di incisione a bulino focalizzata sullo studio delle antichità classiche. Frequentò dunque Tommaso Minardi, che realizzò una fedele rappresentazione del suo studio facendoci intendere il legame di amicizia e collaborazione artistica che unì i due. Grazie a lui conobbe poi Felice Giani da cui si lasciò influenzare quanto allo stile grafico e lineare che l'artista piemontese, ormai noto e richiesto decoratore di dimore imperiali, scelse per le sue creazioni pittoriche.

Molti furono dunque gli stimoli esterni che segnarono il suo soggiorno romano ma non altrettante le opere che ne scaturirono. Di questo periodo sono infatti il famoso autoritratto e due copie della pala di Foligno di Raffaello ma vasta e molto interessante è invece la produzione di disegni, lasciati allo stato di bozze. Qui soggetti sacri e profani vengono presentati nelle più disparate ambientazioni la cui varietà è da ricondurre all'occhio attento e curioso del Duranti collezionista e mercante di opere d'arte. Fu proprio questa attività che lo portò fino a Vienna, dove, in occasione del famoso congresso del 1814, progettò un viaggio per vendere una raccolta di stampe e incisioni antiche ai rappresentati delle nazioni vincitrici. Accusato di essere una spia venne però arrestato e privato dei suoi beni posti sotto sequestro. Questa nefasta esperienza segnò sensibilmente il suo animo determinando una condizione di instabilità psichica che caratterizzò in maniera evidente gli anni a venire. Rientrato nuovamente a Roma nel 1815 riprese i contatti con il Minardi ma, dato che nessun disegno tra i circa duemila realizzati, è da ricondurre a questo periodo, si può giustamente ipotizzare una quasi totale dedizione all'attività di mercante d'arte. Impegnato in lunghi viaggi, alternati a periodi di inattività dovette però fronteggiare una situazione economica sempre più difficile che compromise il suo equilibrio mentale già segnato dalla prigionia austriaca. Vistosi fallito come artista e come mercante a partire dagli anni 40 del 1800 risulta documentato il suo rientro a Montefortino dove si stanziò nella modesta abitazione paterna ribattezzata la “Casa delle Colonne”. A questo periodo appartiene la produzione di disegni dal tratto assai irrequieto accompagnati da appunti confusi e spesso incomprensibili che lasciano trapelare a sua instabilità mentale sfociata poi in schizofrenia. Si spense il 2 febbraio del 1863 nel suo borgo natale.


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